
Nel cuore della Baronia, con la forza e le conoscenze messe assieme in cinquant’anni di presenza su mercati sempre più importanti, Panificio Battacone – 7,2 milioni di euro di fatturato nel 2024 e 52 dipendenti – continua a sfornare quel pane carasatu (la dicitura linguistica di zona del più sentito carasau) di alta qualità che gli ha consentito di farsi conoscere in giro per il mondo. Nel quartier generale di Irgoli, in provincia di Nuoro, la Pmi sarda è riuscita a trasformare un piccolo laboratorio a conduzione familiare in qualcosa di molto più strutturato e industriale a partire dal 2010, periodo storico in cui i suoi vertici aziendali hanno capito di poter finalmente compiere il definitivo salto verso un livello superiore.

LAVORAZIONE DEL PANE CARASATU
“Ci siamo attrezzati nel tempo per poter dare risposte puntuali a richieste sempre crescenti, processo portato a termine pure attraverso la creazione di nuovi spazi all’interno del nostro stabilimento – spiega Fabrizio Floris (nella foto in alto), direttore vendite di Panificio Battacone –. Evoluzione che è quindi passata dall’ulteriore impulso dato alla produzione, dal migliorato posizionamento sul mercato e da un diverso packaging in grado, tra le altre cose, di proteggere un prodotto che in precedenza arrivava non di rado maciullato al consumatore. Inoltre, è sicuramente cresciuta anche la qualità complessiva con la scelta di materie prime d’alta gamma, che, assieme all’utilizzo per il pane guttiau solo di olio extravergine d’oliva, ci ha fatto apprezzare da un numero sempre maggiore di persone”. E quando la tradizione riesce ad integrarsi con l’innovazione il risultato è molto spesso sorprendente. “In più abbiamo introdotto nuovi formati, facendo sì che il pane carasatu non fosse più di forma tonda ma rettangolare, e inventato sfoglie grandi quanto uno smartphone, adatte a soddisfare ulteriori tipi di consumatori”.

I VASSOIETTI SMART PROPOSTI PROPOSTI DAL PANIFICIO BATTACONE
Presentata ai primi di maggio alla fiera milanese Tuttofood una nuova versione commerciale del pane guttiau, cioè una monoporzione da 70 grammi pensata soprattutto per negozi e bar, Panificio Battacone prosegue comunque a proporre pure altre formule capaci di attrarre un’ampia clientela. “Sono formati diciamo smart che presentano confezioni di 200 e 400 grammi, ma visto che uno snack, per quanto il guttiau possa creare una piacevole dipendenza, non può essere di questa grandezza, abbiamo pensato di ridurne il peso – chiarisce Floris –. Decisione che con tutta probabilità andrà a influire anche sui numeri dell’export, adesso quantificabile in quasi il 50% del fatturato. Al momento siamo attivi in particolare in Austria, Francia, Germania e Spagna, con il resto delle esportazioni indirizzate verso Olanda, Gran Bretagna e Dubai. Inoltre, siamo impegnati in un interessante progetto appena avviato negli Stati Uniti”.
Un viaggio cinquantennale che ha avuto bisogno di una visione che, pur improntata al mantenere costante contatto con i principi, le materie prime e le ricette del passato, si è mostrata vincente potendo contare su processi gestionali al passo con i tempi. “Non è stato così difficile, ma ci è voluta comunque una volontà ferrea. Per essere in grado di proiettarsi nel futuro serve comunque avere radici ben solide, anche perché innovare non significa certo sganciarsi da quella tradizione che ci ha portato frutti indubbi. Il pane carasatu, per esempio, veniva utilizzato soprattutto da pastori che stavano fuori per mesi e quindi avevano bisogno di un cibo che potesse durare nel tempo non deteriorandosi. Siamo insomma partiti da questi concetti e poi ci siamo evoluti negli anni”.
Le linee di prodotti create da Panificio Battacone, che forzatamente vengono alimentate da semole non solo sarde, considerata l’insufficiente disponibilità sul territorio, sono per la maggior parte il frutto delle forniture dei più grandi ed importanti molini dell’isola. “La carta d’identità, il curriculum aziendale sono già fondamentali quando si va a presentare il catalogo entro i confini nazionali, ma diventa ancora più dirimente nel momento in cui bisogna interagire con la clientela internazionale. Quest’ultima ha di fatto decretato il definitivo cambio di marcia della nostra azienda negli anni tra il 2010 e il 2012, periodo in cui, in particolare il guttiau, ha guidato lo sbarco di Panificio Battacone in svariati paesi europei, processo reso di successo, come detto, anche dall’impulso dato al cambio di formati e prodotti”.
Senza problemi nell’uscire nei tempi stabiliti dalla Sardegna con quanto ordinato dai committenti, la Pmi di base ad Irgoli ha invece un notevole problema quando deve far quadrare i conti dei costi della logistica. “Grandi difficoltà non le abbiamo nel far arrivare i prodotti, mentre l’impennata dei prezzi delle consegne effettuati dai vettori a cui ci affidiamo sta continuando a creare più di un affanno alla nostra struttura – sottolinea il direttore delle vendite dell’azienda sarda –. Questi sono legati al fatto che tutto si riflette poi sul costo di quanto produciamo e su marginalità in progressiva diminuzione”.
Nonostante questo, Panificio Battacone manterrà il focus necessario per continuare ad esplorare le strade dell’innovazione, progetto che si prefigge di aiutare a raggiungere altre fasce di consumatori e migliorare ulteriormente anche nell’ottica di un’internazionalizzazione ancora più capillare”, conclude Fabrizio Floris.

CONFEZIONAMENTO – PANIFICIO BATTACONE